la definizione della quota
La quota non è altro che la probabilità del verificarsi di quel determinato segno in quel determinato evento analizzato e tiene conto di tanti fattori (alcuni oggettivi e possono essere definiti statici e di bassa incidenza e possono essere ricondotti ai valori di classifica, altri soggettivi che assumono sempre maggiore peso e valore, e proprio perché soggettivi e di non dominio di tutti fanno la differenza tra un buon e un cattivo creatore di linee..ma anche tra un buon e un cattivo bettista).
Detto quindi che gli elementi Oggettivi sono assolutamente banali da classificare e da identificare; se io mi limitassi a vedere semplicemente gli Stats di una partita, analizzandoli anche in comparazione al valore dell’avversario (e anche questo non tutti lo fanno e degli avversari che hanno affrontanto in precedenza) avrei una linea ipotetica che esprime delle probabilità relative al passato che possono essere “è sono” solo un indice di valutazione del futuro ma nulla di più.
Accanto a questa quota statica devo procedere ad analizzare una quota dinamica, una quota che invece è la sintesi di un momento di forma complessivo ed essendo il calcio uno sport di squadra, devo procedere ad una simbiosi tra valore del singolo elemento e valore della squadra nel suo complesso ma il tutto lo devo poi relazionare anche all’altra formazione, procedendo con la stessa analisi, per estrapolare alla fine una ipotetica linea di valore delle due.
Vediamo di chiarire con qualche esempio.
Lazio – Juventus di Coppa Italia.
La prima cosa da fare, fermo restando che nessuno vuole perdere ma tutti hanno una sorta di portafoglio di risorse da intaccare per giocare, e vedere quanto di questo ipotetico portafoglio di risorse i tecnici vogliono intaccare per avere la prima risposta. La Lazio giocava con la migliore formazione possibile mentre la Juventus turnava molti uomini, segno che i primi mettevano sul piatto tutto il portafoglio potenziale possibile mentre la Juventus preferiva utilizzare solo una parte delle due reali capacità. La prima conseguenza logica è che una quota “statica” in questo caso, quale quella che poi effettivamente era proposta, non aveva alcun valore visto che teneva conto di una ipotetica condizione di parità di partenza delle formazioni (tutte e due full o tutte e due con riserve) perché mentre la somma del potenziale aggregato della Lazio era sul campo e quindi ipotizzando una sommatoria di valori dei vari giocatori siano essi Key (quindi giocatori chiave) sia essi importanti, vanno a far parte del match, nella Juve tutta una serie di giocatori importanti che determinano il valore complessivo della squadra, dovevano essere tolti per fare posto a delle riserve che avevano un valore chiaramente inferiori ai titolari.
Quindi una ipotetica somma di valore assoluto sulla carta 70 Lazio e 100 Juve doveva essere sostituita confermando il valore assoluto della Lazio ma abbassando il valore della Juve di una percentuale che appunto non può che essere soggettiva (80-75-70?)
Immaginate di giocare su un campetto con i vostri amici, in genere si fanno le squadre per avere una partita equilibrata e quindi si cerca di relazione forti con i forti e scarsi con gli scarsi, così uno di qua e uno di la e la partita sarà più tirata e quindi ci si diverte di più. Nel calcio i Presidenti fanno l’opposto, cercano di prendere tutti i forti per vincere quanto più possibili nel modo più semplice possibile e questi sono i valori che una quota statica analizza, ma ha poco valore proprio perché non sempre vengono utilizzati i migliori per i motivi più differenti che esulano da questa analisi.
Per converso bisogna analizzare anche lo stile di gioco, una squadra che si difende soltanto per ripartire in contropiede avrebbe una perdita importante se, giocando fuori casa, il miglior contropiedista si facesse male ma, vicerversa, la stessa squadra che affronta una formazione sul fondo della classifica e quindi nella necessità di snaturarsi e “fare gioco” avrebbe dalla stessa assenza un peso infinatamente inferiore mentre potrebbe pesare l’assenza di un giocatore che magari è in panchina in genere ma è bravissimo a colpire di testa (il vecchio armadio di aria di rigore che se riparti lo trovi sempre in fuorigioco ma se provi a buttare solo palla al centro ti è buono come il pane).
Quindi bisogna valutare anche la tipologia di partita in cui si manifesta l’assenza, e ritornando al caso concreto l’1 a 1 dell’andata presupponeva una Juve nella quale l’assenza di Pirlo e quindi di un giocatore capace di creare gioco visto che sei nella necessità di dover segnare è importantissima. Mentre una eventuale assenza di Barzagli avrebbe avuto meno valore, ma bisogna ancora scendere nell’analisi per capire lo stato di forma generale della squadra e del capire il perché il tecnico non poteva cmq schierare il meglio ma doveva fare scelte di questo tipo. Partita determinante contro Chievo e una squadra che vince difficilmente ritornando a incrociare il dato del valore dinamico con quello statico (la classifica di campionato, le avversarie che si avvicinano, l’importanza delle differenti manifestazioni).
Ma allora si vede che se la Juve e la sommatoria delle forze del suo portafoglio utenti legati alla forza del gioco del suo tecnico (qualcuno metterebbe anche della società e dei suoi buoni uffici) in questa partita tutte forze sono sopraquotate con la quota statica: turna molto a centrocampo che in questo tipo di partita è il settore più importante, non ha di fatto molto interesse alla manifestazione, non ha la forza di fare due partite in una settimana in molti elementi..e così via visto che essendo “soggettiva” più elementi introduci più conduci la linea al suo valore reale limandola di tutte le imperfezioni (per conseguenza più ne so più ho vantaggio su chi non ne sa).
Al termine di questo procedimento devo sintetizzare il tutto e lo devo fare non considerando il valore di mercato ma creandomi il mio Valore quindi le mie probabilità che se saranno le stesse del mercato mi faranno stare fermo..ma di questo abbiamo già parlato.
Io ho già detto che non ho nessuna presunzione di insegnare nulla a nessuno, esprimo semplicemente il mio modo di analizzare eventi di cui ho conoscenza e nulla di più, quindi nessuna voglia di salire in cattedra o esprimere scienze esatte, anche perché in un qualcosa di assolutamente tutto labile (quali le scommesse) come diceva Mandrake nel famoso film..tutto si fa per poter dire “ho vinto“ ..
Lui lo diceva meglio “« Chi gioca ai cavalli è un misto, un cocktail, un frullato de robba, un minorato, un incosciente, un regazzino, un dritto e un fregnone, un milionario pure se nun c'ha na lira e uno che nun c'ha na lire pure se è milionario. Un fanatico, un credulone, un buciardo, un pollo, è uno che passa sopra a tutto e sotto a tutto, è uno che 'mpiccia, traffica, imbroglia, more, azzarda, spera, rimore e tutto per poter dire: Ho vinto! E adesso v'ho fregato a tutti e mo' beccate questa... tié!. Ecco chi è, ecco chi è il giocatore delle corse dei cavalli. »”
Stanno per iniziare i collegamento con la B quindi vi saluto.